2 giorni fa
giovedì 27 novembre 2008
Motor Show, si parte.
Nel mio essere artista, dal 1987 riesco a dare il meglio di me in una manifestazione unica nel suo genere che tutti dovreste conoscere, entrata penso tra le tradizioni previste in questo paese, il Motor Show di Bologna.
In questa infernale kermese che si protrae per un periodo di 10/15 giorni (per me..) mi occupo di vari aspetti ma quello più evidente è quello di speaker, commentatore, animatore e gestore delle Gare e delle Esibizioni del MotorSport Stadium, ovvero la leggendaria Area 48.
50/60 gare nel periodo, 200 piloti, tutte le discipline, molti show con mezzi epocali tipo la Ferrari F1 o l'Audi vincitrice di Le Mans per fare pochi esempi, poi i folli piloti del Free Styile, i bikers delle Supermoto, i maniaci della guida di traverso del Drifting e, non ultime, topa e macchine nuove da provare e far provare perchè i fortunati che raggiungono i box della 48 vedono e vivono momenti magici, a strettissimo contatto coi loro beniamini.
Tutti i giorni appunto nuova pista nuove gare e nuovi piloti, l'aspetto logistico è da manuale da noi, vengono ad imparare, di solito i migliori della stagione di tutte le discipline, con i quali parlare, commentare le gesta, renderli ancor più spigliati e organizzargli un buon programma, tanto è vero che fanno la fila per venire.
E io stò li in mezzo aiutato per fortuna da un amico, Maurizio Garosi in arte Mao, amico di Siena non amico che conosci a caso, che dopo il giusto apprendistato ora si libra tranquillo pur avendo terrore delle cose e dei fatti.
Capita spesso, diciamo sempre, che per svolgere al meglio il mio lavoro debba stare in mezzo agli eventi, ma di motori si tratta e quindi o ci stai sopra, o stai a sedere dentro, o devi essere svelto e preparato.
Dalla mia la fortuna e l'Audacia e se permettete tanta esperienza e una notevole conoscenza di tutte le materie legate al mondo delle corse dove sono nato e cresciuto.
Da martedì si parte, passare dallo stato di pace delle campagne senesi allo stato di follia e rumore del MotorSport Stadium sarà una bella botta di adrenalina, stay tuned.
mercoledì 19 novembre 2008
Oggi mi sono fatta bella
Con mia grande soddisfazione dopo 30 anni di moto modificate, spesso su base HD, al primo tentativo con la Triumph ho fatto centro.
Nel senso che le mia Scrambler è stata richiesta e usata per un servizio fotografico della campagna pubblicitaria della Berik, nota azienda di abbigliamento per moto di recente entrata nel mondo del casual con dai prodotti accattivanti.
Ovviamente la compagna della mia Scrambler era una bella bionda, Serena, e la location a Firenze molto curiosa in stile british, un abbinamento dovuto al fatto che Berik sponsorizza il mitico pilota Gianluca Nannelli che il prossimo anno gareggerà nel Mondiale Supersport proprio con la Triumph, oggi presente con la sua carica di entusiasmo.
La Scrambler per l'occasione si è tirata a lucido, smessi i panni da bosco, era piena di fango da sabato.., si è messa il vestito scuro e la spolverina da parata, si è data il lucido e si è goduta i tocchi leggeri e leggiadri della fanciulla.
Poi ci siamo rimessi in strada ed è tornata la lei di sempre, infallibile nell'affrontare freddo e tornanti della chiantigiana, piacevole e rumorosa come sa essere, io lei il fascio del faro davanti e i bei ricordi della giornata appena passata.
Ma più delle parole le immagini, ringraziando Riccardo boss di Berik, sua sorella Costanza e tutta la banda.
Nanna sei il meglio, non ce la possono fare, insieme poi si fanno morbidi.
lunedì 17 novembre 2008
Un ricordo di una moto
Non posso non mettere le uniche foto che ho a memoria dell'ultima evoluzione della mia HD, ora passata di mano e completamente modificata.
Non è facile avere una moto del genere e pretendere di andarci a giro almeno dalle mie parti ma l'ho fatto finchè ho potuto, poi un brutto acciacco mi ha impedito di cavalcarla per tre anni, questa è l'ultima foto nell'ultima giratina che abbiamo fatto insieme.
Tornato abile mi sono preso una pausa sabbatica da Harley soprattutto dai movimenti che ne animano le iniziative e dagli orridi modelli moderni made in china, ma ormai il tempo è passato e la pausa sta per finire, come al solitò farò una mossa imprevista appena una HD mi concederà lo sguardo decisivo, magari una vecchia signora o un ricettacolo di ruggine, non importa.
Basta che sia lei a scegliermi, posso aspettare ancora.
Bravo Dindo
Dindo Capello, 43 anni, il pilota italiano di auto più famoso da 20 anni a questa parte, continua a stupire.
In un mondo dove a 20 anni puoi sentirti già arrivato, lui continua a far prevalere talento ed esperienza aumentando mese dopo mese, le voci nel suo palmares.
Ha la sfortuna di essere italiano quindi viene considerato dai media giusto quando qualche casa che lo supporta manda qualche comunicato, vince gare epocali e si becca giusto un trafiletto, vince gare costruite per altri e fa meno notizia del secondo, questa la sfortuna dell'essere italiano.
Vincere tre volte a Le Mans pare essere una roba da ragazzi.
Io che sono quasi coetaneo e che lo conosco da anni trovandolo invariato sia come uomo che come comportamento, sono tra quelli che lo apprezza molto, che ne segue le gesta, che rimette la sveglia durante la 24 Ore per capirci, trovo che meriterebbe maggiore risalto e approfitto dell'ultima, in ordine cronologico, vittoria sul campo nel Rally di Monza per congratularmi ancora con lui.
Non farà notizia, anzi, darà molta noia questa vittoria conquistata con al fianco quel Gigi Pirollo che meriterebbe una cattedra di docente di Rallysmo, strappata a chi doveva ottenerla, non farà notizia il fatto che un pilota di GT domini anche nei rally, ma darà gioia, parecchia, a chi come noi pensa che meriterebbe di più.
Bravo Dindo, per ora ti basti questo post, a Bologna mi ripagherai col solito giro al tuo fianco magari sulla R10.
venerdì 14 novembre 2008
un tempo..
C'è stato un tempo in cui il ruzzo con le moto veniva naturale, fare, guidare, organizzare era un piacere, eravamo una bella banda di amici, vivevamo un di quei momenti in cui l'audacia pagava più del denaro.
Ci ritrovammo in 4 amici dietro ad un marchio, un logo, il 4.5 (si legge quattro punto cinque) e stava per i quattromilioni e mezzo che in quattro mettemmo per acquistare la Harley Davidson 883 per far partecipare Alessandro al Trofeo HD 883 Short Track, era il 95.
Mentre si "pensava" alle corse, si agiva come bikers si modificavano le nostre moto, si pensava che danni fare e dove andare, quale amico andare a trovare o quale viaggio impossibile fare.
Prima o poi metterò nero su bianco certe memorie, il problema più grosso sarà scannerizzare le foto, al tempo la "digitale" non era di moda...di certo questo è un fatto storico, come il marchio e come noi, che ci volete fare.
Nuovi ammortizzatori su Scrambler
Arrivati in 24h e montati in 10 minuti, sono gli Ikon (marchio che sostituisce lo scomparso Koni) che ben si sposano all'estetica della Scrambler.
Molto classici come stile, nascondono però un poca di tecnologia moderna che permette di regolare a proprio piacimento l'idraulica interna grazie ad una piccola ghiera in testa all'ammortizzatore.
Lavorando su questa e sul precarico molla si ottiene un ottimo funzionamento, difficile da comparare con gli originali che sono un punto sopra il fasullo, funzionano perchè hanno la molla, tutto qua.
Domani pioggia o neve si va a collaudarli.
giovedì 13 novembre 2008
Drifting
Mi è capitato... di passare una bella giornata in compagnia di Simoncelli, Dovizioso, Pasini, Reggiani, Graziano Rossi e Meda nel piazzale che ospiterà le gare e le esibizioni del Motor Show 2008 a Bologna e dove ovviamente sarò lo speaker per tutto il periodo con l'amico Mao.
L'occasione è servita alla banda sopracitata per prendere confidenza con le Ford Mustang che useranno per una simpatica sfida di driftng. Gandin Motors ha realizzato le vetture sulla base della Mustang 4.6 con modifiche all'impianto frenante e al differenziale e devo dire che sono divertenti.
Graziano aveva portato le "sue" ovvero una Mustang gialla col volumetrico e una paurosa col kit Saleen, nera opaca e con 500 cavalli, oltre che la fida Bmw serie 1 M3 con cui ha scaldato la pista per circa due ore.....
Impressionante la foto di SuperSic col sottocasco.
Slot car Dragster
Non per vantarsi ma tra le varie piste che abbiamo costruito per ruzzare con le slot car, ne abbiamo messa in piedi una unica in Italia quella per i dragster.
Praticamente il quarto di miglio in scala, 16.76 metri più altri 5 di rallentamento dove le macchinine sfrecciano ad oltre 100 all'ora.
Praticamente il quarto di miglio in scala, 16.76 metri più altri 5 di rallentamento dove le macchinine sfrecciano ad oltre 100 all'ora.
Famiglia di Triumph
Viaggiando
Monster Truck rc
Il cane
Slot Club
Un ruzzo che non mollo dall'infanzia, le slot car, si le macchinine elettriche tipo polistil, solo che nel tempo la passione è andata oltre, complici anche altri ammalati di questo gioco.
Forse abbiamo esagerato ma in fondo non diamo noia a nessuno e siamo tutti grandicelli, ci siamo presi un capannone da 400metri quadrati e ogni tanto andiamo a baloccarci col pensiero fisso di andare sempre oltre...
Anche perchè l'inverno è lungo.
La mia Scrambler
Innanzitutto lei, la mia attuale compagna di giochi.
Dopo quasi trent'anni spesi con moto da regolarità e altri passati a scorrazzare con chopper bicilindrici ammerigani, un giorno ha prevalso la volontà di unire le due cose.
Senza pensarci, come sempre, ho salutato il softail e mi sono messo nell'impresa di realizzare una Triumph Scrambler in una moto che mi portasse in giro per le splendide bellezze delle mie terre.
Una Bonneville era già in casa, l'amicizia con Carlo Talamo e la condivisione di certe visioni mi portarono ad essere uno dei primi acquirenti e devo dire che fu una bella scoperta che mi ha portato a questo passo ulteriore.
La mia Scrambler è dell'aprile 2007 e non ha visto la strada se non prima di averla modificata nei particolari che più mi stavano a cuore, rimanendo comunque in continuo aggiornamento, nel tentativo di emulare le gesta del Grande Steve e della sua T120 di cui "40 summers ago" è stato ispiratore.
La lettura dei racconti dei personaggi integrata con altre leggende sui vari compagni di avventura di Steve nella Six Days del 61, hanno dato ulteriore motivazione ad un progetto laborioso ma ricco di soddisfazioni.
Un ringraziamento a Dino di Drags-Racing per aver saputo cogliere le basi del mio pensiero.
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